08/02/15
Studio italiano conferma potere antiage della proteina Creb1. Si produce se si assumono meno calorie. Più salute per la gente e anche per il pianeta.
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Vertice all'INGV di Roma per valutare i rischi attesi nel 2012
Il vento solare «soffia» imprevisto. Timori per le telecomunicazioni

Fisici americani scoprono che anche in fase di scarsa attività
della nostra stella i flussi di radiazioni e particelle possono essere
molto intensi

ROMA - Il Sole può lanciare verso la Terra pericolosi flussi
di radiazioni e di particelle anche quando raggiunge il minimo del suo
ciclo undecennale di attività -come in questo periodo- e la sua
superficie appare priva di macchie solari. La scoperta, fatta da un
numeroso gruppo di ricercatori americani e annunciata sul Journal of
Geophysical Research, arriva proprio mentre si sta prolungando un
eccezionale minimo dell'attività solare che lascia sbalorditi gli
stessi scienziati. «Per ora il Sole ci riserva una sorpresa dopo
l'altra - ha dichiarato Sarah Gibson, portavoce del gruppo e geofisica
al National Center for Atmospheric Research (NCAR) di Boulder,
Colorado-. Finora si pensava che il cosiddetto vento solare toccasse i
livelli più bassi in corrispondenza del minimo dell'attività, quando
anche le macchie quasi scompaiono dalla sua superficie. Invece,
studiando il comportamento della nostra stella, durante l'ultimo minimo
del 2008, e confrontandolo con il precedente minimo del 1996, abbiamo
trovato che questa convinzione non è fondata: il vento solare può
investire la Terra come un lanciafiamme anche quando non ci sono
macchie».


SISTEMI DI COMUNICAZIONE - La metafora del lanciafiamme,
ovviamente, non è da prendere alla lettera. In realtà può succedere che
un intenso flusso di particelle elementari di origine solare, giunto al
livello dell'orbita terrestre con velocità di centinaia di km al
secondo, colpisce il campo magnetico terrestre che ci fa da scudo
contro questo tipo di radiazioni e riesce a penetrarlo, scatenando
tempeste elettromagnetiche. Il fenomeno può avere risvolti rilevanti
anche per la nostra vita quotidiana poiché la maggior parte dei moderni
sistemi elettronici e di telecomunicazioni è vulnerabile rispetto a
questi eventi e può andare in tilt, causando una serie di blackout a
catena che investono i satelliti artificiali, le linee elettriche e
quelle telefoniche, i trasporti, le trasmissioni radio e televisive,
gli apparati GPS, eccetera.



STRATEGIE - Secondo i ricercatori americani i flussi di
radiazioni durante il «Sole quieto» del 2008, piuttosto che alle
inesistenti macchie, sono associati a «buchi» che si producono nella
rovente atmosfera solare. Dei rischi associati alle tempeste solari si
è parlato nei giorni scorsi anche nel corso di un seminario
internazionale presso la sede dell'Istituto nazionale di geofisica e
vulcanologia (INGV) a Roma. «Abbiamo ospitato un meeting internazionale
patrocinato dallo SCAR (Comitato Scientifico per la Ricerca in
Antartide) che ha avuto come tema centrale il prossimo massimo di
attività solare atteso nel 2012 e le contromisure per mitigarne gli
effetti sui sistemi di navigazione satellitare, quali il ben noto GPS,
ma anche il russo GLONASS e l’imminente sistema europeo GALILEO
-riferisce la dirigente di ricerca Giorgiana De Franceschi -. Le
regioni polari forniscono un laboratorio naturale per l’osservazione e
lo studio dei disturbi atmosferici di origine solare, che influenzano
la prestazione degli apparati tecnologici basati sui sistemi di
navigazione satellitare, riducendone la precisione e l'affidabilità.
Gli esperti di diverse nazioni, guidati dal gruppo di fisica dell’alta
atmosfera dell’INGV, si sono perciò riuniti per pianificare
l’osservazione e lo studio dell’atmosfera polare attraverso una rete
internazionale di speciali ricevitori GPS posizionati sul continente
Antartico”. Da questi studi ci si aspetta una migliore conoscenza di
due caratteristiche dell'atmosfera: il vapore d’acqua nella bassa
atmosfera (troposfera) e il contenuto di elettroni nella parte alta
(ionosfera) che influenzano la propagazione delle onde radio.



Franco Foresta Martin


21 settembre 2009(ultima modifica: 22 settembre 2009)

Fonte






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